Battista Sforza, o della fierezza femminile

Isabel Russinova scrive e interpreta magistralmente Battista Sforza, la storia di una nobildonna di altri tempi passata inosservata, ma che ha avuto un ruolo da protagonista nelle scelte politiche e nel mecenatismo dell’epoca. 

Scene e costumi  di Wilma Lo Gatto e regia di Rodolfo Martinelli Carraresi, si tratta di un monologo suggestivo e intimista, scandito da sapienti pause, gestualità ipnotica e sguardi penetranti della bravissima attrice bulgara. 

Siamo nel 1446, lei è figlia di Alessandro Sforza signore di Pesaro, e va in moglie a Federico da Montefeltro conte di Urbino, uno dei più grandi condottieri del Rinascimento.

Eterea, soave e al contempo fortissima, la gentildonna porta in grembo il suo sesto figlio – un maschio – che tuttavia sente di non poter veder crescere, dopo già cinque gravidanze.

Racconta con trasporto ed eleganza il primo, inusuale incontro col marito che, vergognoso per il suo volto deturpato in una battaglia, la accoglie senza farsi vedere. E’ da qui che la damigella impara presto a governare l’ignoto.

Lo sposo non mancherà però di “presentare la sua anima”, facendo trovare nel suo palazzo – sul tavolo da pranzo apparecchiato sontuosamente – il libro preferito dalla promessa consorte insieme a un fiore, prima di mostrarsi.

Il rispetto, la considerazione e la complicità che il suo promesso marito le dimostra da subito, fa sì che lei lo ami “perdutamente”, malgrado la notevole differenza d’età.

Battista augura alle sue adorate figlie di trovare ugual fortuna, credendo in sé stesse come fa lei fin da piccola. Educata come un uomo, le fu impartita un’ istruzione completa, visto il carattere volitivo che mostrò da subito.

Due parole sul teatro dove si è tenuta la rappresentazione: uno scrigno in pieno centro storico della Capitale, una delle poche sale rimaste in zona. Brillante e nascosto proprio come un gioiello incastonato nella storia dei vicoli romani.

 La direzione artistica di Guido Lomoro conferma Teatrosophia come una piacevole, attenta realtà culturale italiana. Citazioni d’arredo vintage, luci calde e biondo parquet accolgono gli ospiti che si sentono subito a casa.

La possibilità di poter brindare e intrattenersi nel foyer – a fine spettacolo – con gli attori, rende ancora più accogliente il sito. I titolari, tutti teatranti d’ordinanza, credono nella vitalità che conferisce un teatro a un quartiere snaturato da turismo e commercio.

Battista Sforza. Roma, Teatrosophia, fino al 10 dicembre.