È anche casa mia

di Ada Braccioli

 

Quando ero piccola non mi piaceva tutto della mia casa.

Non mi riferisco di certo alla parte strutturale ma alla semplice disposizione di mobili e ambienti.

Spesso per un bambino, un ambiente poco fluido e arioso può diventare un vero ostacolo.

Ora, non sto suggerendo di cambiare immobile, provate ad osservare però, come il bambino si muove nello spazio che ha a disposizione in ogni ambiente.

Colmatevi di empatia e cercate di individuare i punti più o meno fluidi dei suoi percorsi.

Osservate per esempio se rallenta davanti un determinato complemento d’arredo e perché lo fa.

Ne è intimidito? Lo incuriosisce?

Tende ad evitare sempre lo stesso punto? Si getta a capofitto verso un altro?

 Provate ad interpretare i suoi movimenti e a percepirne le sensazioni che si legano ad essi.

Successivamente a questa sessione di osservazione invitate il bambino a scegliere i punti preferiti e non della casa, così da avere conferma o meno di ciò che avete notato.

A questo punto si gioca!

Cambiate, sotto suo consiglio qualche disposizione.

Potreste non essere d’accordo inizialmente, magari non è davvero il giusto cambiamento da fare, ma siate fiduciosi.

Il bambino non tarderà a capire quanto efficace sia il cambiamento apportato e se proprio non fosse l’ideale, sarà il primo a fare un passo indietro.

È importante per un bambino essere libero e consapevole dei propri spazi e di quelli comuni.

Non sarà solo la sua abilità di movimento a giovarne, ma si attiverà più facilmente la concezione del pericolo e il benessere psicologico.

Pensate alla soddisfazione che avrà sapendo di aver dato il suo piccolo contributo per la famiglia.

Sapere di aver costruito insieme ai propri cari il proprio nido, di aver avuto voce in capitolo, lo farò sentire ancora più sicuro.

In soldoni, la vostra vita cambia e il vostro focolare con voi, lasciate anche al bambino il lusso di poter rendere propria la casa.