Un film emozionante come il tema che tratta: la danza e l’ energìa dirompente che trasmette in tutto il corpo. Ed è proprio di “En corp” che si tratta, banalmente tradotto in “La vita è una danza”. Energìa onirica, aerea e leggera come quella del balletto classico; o terrena, primordiale e istintiva come quella della danza contemporanea.
In una Parigi di oggi, la 26enne orfana di madre Elise (l’attrice Marion Barbeau) ben interpreta il fuoco sacro per il ballo, fuoco non spento neanche da un infortunio causato da una cocente delusione d’amore. La mamma le ha lasciato l’insegnamento di non mollare mai, dicendole: “Goditi tutte le vite che la vita può offrirti”.
La bellissima Sabrina (l’attrice Souheila Yacoub) incarna la passionalità, Medhi (l’attore Medhi Baki) la tenerezza, Loic (l’attore Pio Marmai) il talento, la saggia claudicante Josiane (l’attrice Muriel Robin) la poesia. Come quella delle sue parole, quando incoraggia la protagonista a riprendere a danzare “perché così puoi dare accesso anche a noi alla bellezza”.
Film imperdibile per chi ha confidenza col suo corpo, lo ascolta e si fida di lui più che di fredde diagnosi mediche. Esprimere il proprio valore è il messaggio della pellicola, attraverso il linguaggio universale dei sentimenti, che non tutti (vedi il freddo padre della protagonista) sanno esprimere.
Cedric Klapisch ha diretto un trionfo di stile, eleganza, garbo e ironìa, in una parola: un inno alla vita. Un vero capolavoro come se ne vedono pochi. Bellissima anche la grafica dei titoli di testa. Prossimamente nelle sale italiane.