di ADA MARGHERITA BRACCIOLI · PUBBLICATO 5 MARZO 2019
Chi di voi ha mai provato ad infilarsi nelle scarpe di mamma o nella giacca del papà?
Possiamo essere onesti, l’abbiamo fatto tutti almeno una volta.
E perché secondo voi? Solo per un semplice spirito emulativo?
È molto di più .
Siamo nella settimana di carnevale, quindi quale miglior tema da poter affrontare se non questo.
Lo sapevate che in quasi tutti gli asili nido è presente un angolo della stanza o una cesta adibita al gioco dei travestimenti?
Potrebbe sorprendervi, ma alle volte può essere molto più creativo e stimolante, per un bambino, giocare col proprio corpo davanti allo specchio con qualche abito o accessorio, che non avere davanti un foglio bianco e dei pastelli colorati.
Attraverso il travestimento, diamo la possibilità al bambino di sperimentare con la propria immagine, gli diamo il lusso di giocare con i ruoli, di inventare storie, lasciandolo quindi esprimere al massimo la sua immaginazione.
Sviluppiamo quindi non solo la sua autostima e creatività ma, lasciandolo protagonista di un mondo da lui creato, possiamo vedere come interagisce con l’altro, come, attraverso panni non suoi si diverte a socializzare e a coinvolgere chi è vicino a lui.
Una delle cose più interessanti da poter osservare nel gioco di travestimento è proprio come, attraverso la loro inventiva, riescano a rispecchiare ed elaborare le proprie esperienze, le emozioni che vivono nel rapporto con la famiglia e la loro percezione del mondo esterno.
Inventare storie, personaggi e situazioni può essere per il bambino un’importante occasione per superare incertezze e paure, per socializzare e delineare la propria personalità.
L’identificazione ha il grande potere di far sentire unico il bambino (solo lui sa come interpretare il personaggio della sua fantasia) e può essere uno dei più scaltri strumenti di socializzazione e aggregazione, pur lavorando sul singolo.
Spesso chi vede lo specchio negli spazi dedicati al travestimento nei nidi può pensare che più che un gioco possa diventare un esercizio di egocentrismo. Non è così.
Lo specchio è un importantissimo complemento che non dovrebbe mai mancare in una stanza abitata da un bambino, e questo già dai primissimi mesi.
È un oggetto che permette di studiarsi a fondo, e non per il gusto di farlo, ma per la necessità di conoscersi e di riconoscerci anche quando non ci si riesce a vedere, favorendo l’espressività corporea legata alla gestualità ed alla mimica, aiutando quindi il bambino, a legare corpo, movimento ed emozioni.
Può essere un ottimo e originale punto di osservazione, rimanda la luce e il movimento, e sin da subito, non fa altro che indurre il bambino al bisogno di attività.
Non limitatevi a “mascherare” i vostri bambini, ma lasciate che il costume parli attraverso la loro stupefacente inventiva, e, soprattutto, non lasciategli questa libertà solo a carnevale.
Anche una piccola scatola di scarpe con dentro un foulard della nonna, un vecchio papillon del papà e magari un cappellino della mamma, possono diventare un angolo speciale nella camera di ogni bambino.
Non abbiate paura di come vengono maneggiati gli oggetti, in fondo ci si esprime solo attraverso la sperimentazione.
Invito ciascuno di voi ad osservare un bimbo giocare “a far finta” , potrete accorgervi quanti minuscoli dettagli riesce a catturare la sua affamata concentrazione.
Lasciatevi imitare, abbiate il coraggio di sentirvi “nudi”, davanti ai loro occhi, forse loro sono lo specchio che ancora riesce a raccontare qualcosa di noi stessi.
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