Lucca raccontata da una “non lucchese”.
Ecco un week end di esplorazione e all’insegna della sostenibilità ambientale, lavorativa e gastronomica, in una Toscana …”diversa”. Per integrarsi nell’atmosfera slow dei borghi conoscendoli attraverso le storie dei loro abitanti, e “diventare” una persona del luogo.
Si è detto e visto tutto di questa regione? Immaginiamo di volerne scoprire un’altra faccia, meno turistica e più autentica, come piace a chi viaggia per emozionarsi e torna con un ricordo inedito.
Per esempio, Pisa: non è solo la Torre pendente e piazza dei Miracoli, ma ha un lungarno a tratti più bello di quello fiorentino, con sorprese inimmaginabili come la chiesetta (in origine piccolo oratorio) di Santa Maria della Spina, straordinario esempio di gotico pisano edificata nel 1230 sul greto dell’Arno.
Non prima di aver assaggiato la famosa Cecina di Pisa, si parte poi alla volta di Lari, insospettabile borgo splendidamente conservato. Qui, al Castello dei Vicari, si mettono in scena fiabe scritte da bambini selezionate dal concorso letterario Fiabe per un Castello, che i piccoli spettatori giudicheranno contribuendo a eleggere la vincitrice.
Un altro tesoro custodito dal borgo è il pregiato Pastificio Martelli, famiglia di pastai dal 1926, dove si viene accolti dall’anziano proprietario in persona.
Alla Grotta Busti, d’obbligo un aperitivo con degustazione prodotti con la ciliegia di Lari (censite ben 19 varietà autoctone), prima di andare a cena alla Bottega di Canfreo. La simpatia e il calore di Simonetta fanno sentire tutti degli ospiti d’onore.
Ci si sposta un po’ – sempre inseguendo cultura e tradizione – partendo dall’Accademia di Belle Arti di Carrara, fino alla Larderia a Colonnata, prima della partenza per Pescaglia.
Sorprendenti le testimonianze liberty che nobilitano Carrara, città meno battuta dal turismo e conosciuta per il suo marmo. A proposito, vivamente consigliata la visita alla Cooperativa Scultori a chi ama la vacanza esperienziale. Poi, salto nel tempo assicurato guidati da Angelo Frati al Museo del Castagno di Colognora.
Si prosegue per la bella tenuta Villa Santo Stefano dove si sarà accolti da Petra, e si va poi da Monica, titolare dell’agriturismo Al Carli, circondati dai suoi squisiti formaggi caprini, richiestissimi dai ristoratori del luogo.
Eccoci nella piana di Lucca – sei comuni, un territorio, infinite esperienze, paesaggio dinamico e variegato che unisce storicità a modernità, come il fiorente distretto cartario lucchese.
Dopo aver varcato piazza dell’Anfiteatro e girato per i vicoli, Lucca si apprezza bene passeggiando sulle sue mura – parco pubblico molto frequentato dai lucchesi – per poi scendere di nuovo per rifocillarsi all’ottimo ristorante Il Mecenate, dove il proprietario Stefano, colto e affabile personaggio lucchese, vi stupirà con la sua cucina “acustica”.
Ma per entrare nel tessuto del luogo, imperdibile una puntatina – in centro città – a Il Desco, grande vetrina annuale per i produttori locali dei loro tesori enogastronomici a km 0, come le Officine del Peperoncino, che coltivano varietà piccanti ma senza coloranti.
Da non mancare, la visita al Puccini Museum, dove si penetra nella vita e nella storia dell’autore passeggiando nelle stanze di casa sua e ascoltando le sue arie. Agli Orti di via Elisa in centro storico, il giusto ristoro dopo una giornata piena.
Gran finale: agognato elogio del silenzio nella Certosa Monumentale di Calci, con visita alla vicina Galleria dei Cetacei nel Museo di storia Naturale dell’Università di Pisa.
Un paio di chicche gastronomiche? I “Tafferugli“: spaghetti pastificio Martelli con sugo piccante, e il “Giulebbe“: antico dolce di castagne.
E non potevamo lasciare le Terre di Pisa senza un ricordo culinario: al Frantoio di Vicopisano degustazione di olio su riso e – come dessert – squisite barchette alla marmellata di kiwi, tutto della casa. Uno spazio di coltivazione è dedicato ai ragazzi con neurodiversità.
Da un percorso così, meno banale e scontato, si torna a casa con un pezzo di Toscana vera in valigia e, negli occhi, la bellezza.