VARSAVIA IN DUE PAROLE: Varsavia della musica, ma anche della scienza: queste le suggestioni del centro nevralgico della Polonia, che non ha nulla da invidiare ad altre città del vecchio continente. Arrivando in soli 20’ di auto dall’aeroporto, il centro appare subito ordinato e pulito. Due le cose che saltano agli occhi: whi-fi free pressochè ovunque e, per gli acquisti, il contante che non si usa quasi più. Tanti i giovanissimi che si muovono in monopattino prenotato da cellulare, ma molte anche le bici comunali a disposizione per i 540 km di piste ciclabili totali.
DA DOVE SI PARTE? Oltre a tram e bus, la metro collega l’intero centro abitato; la visita cittadina può iniziare dal Castello Reale, con i suoi 18 kg d’oro per la decorazione esterna, continuare verso il museo degli ebrei polacchi Polin, fino alla Chiesa di S. Croce dov’è custodito nientemeno che il cuore di Friederich Chopin: premendo un pulsante sulle panchine antistanti si sentono brani del celebre musicista scomparso a soli 39 anni.
TOH, UN FIUME: E’ d’uopo una passeggiata lungo il fiume Vistola, con tanto di spiaggia attrezzata e sdraio, proseguendo verso i giardini della Biblioteca Universitaria, dando una sbirciatina dai vetri alle statue di famosi nobel matematici e fisici polacchi, che troneggiano su 30 km di scaffali di libri. Con un 43% di superficie verde sul territorio urbanizzato (solo 79 ettari il parco reale nel cuore della città), la Capitale della Polonia assicura ai suoi abitanti e visitatori una qualità di vita elevata.
STORIA: Da solo 28 anni vige un sistema democratico ed è da solo 15 anni nell’Unione Europea: il senso d’inferiorità del Paese sta finendo grazie al rientro di immigrati. Vista la sua storia travagliata, stretta in una morsa tra Germania e Russia, sono molte le influenze culturali – anche culinarie – nel tempo: Lituania, Bielorussia e Ucraina erano Polacche fino al 1939. Ora sono i giovani che sono stati all’estero a riportare in patria la vera cucina polacca, rivalutandola.
CAMMINANDO CAMMINANDO: Continuando il nostro percorso arriviamo alla colorata città vecchia, fedelmente ricostruita dopo la II guerra mondiale tanto da essere eletta patrimonio dell’Unesco, si passa per il Mercato Coperto di inizio secolo, dove l’avveniristico coworking Mind Space organizza – per chi transita per lavoro – sessioni di yoga e city tour gratuiti.
SEMPRE CAMMINANDO: Altro recupero di archeologia industriale è la zona chiamata Soho Factory, dove in una ex fabbrica missilistica ora c’è un centro di cultura visuale con un’esposizione di insegne al neon vintage. Come anche l’ex quartiere a luci rosse Posnagnska, oggi zona di ristorantini alla moda.
CHE FARE: L’offerta culturale continua fra concerti jazz, polke, mazurke e mostre di manifesti di noti pittori polacchi che – per non allinearsi al passato regime – si dedicarono ad arti ‘minori’ come grafica e illustrazione per l’infanzia. Spesso, in città, si vede raffigurata una Sirena, sorella di quella di Copenaghen, ma armata, simbolo della storia della Capitale polacca.
DINTORNI: Da Varsavia si può raggiungere la famosa Cracovia in un paio d’ore di treno, oppure partire alla volta della regione dove viveva Nicolò Copernico, la Masuria, zona meno turistica e più autentica: anche detta ‘regione dei 1000 laghi’, collegati l’un l’altro da una bellissima crociera su una nave per dragare la sabbia da costruzione.
ANCORA DINTORNI: Ci si avvicina così a Danzica, detta ‘la città della libertà’, dove nacque Solidarnosc e più aperta per lo sbocco marino, dove comprare una purissima ambra come souvenir a prezzi migliori che nella Capitale. Il tutto passando per Gdìnia, deliziosa cittadina anni ’30 intatta perché non bombardata. Insomma, una meta diversa per un turismo colto e attento: ecco il ricordo che lascia di se’ questa terra del Nord.