Diario di Viaggio #1: Borgo S. Lazzaro

Itinerari erranti e senza meta, nella città che vivo

di Francesca Pasqua

Questa mattina, decido di uscire e sostituire le mappe e le freccette che indica il gps dello smartphone con una dimensione temporale e emozionale dettata dalle persone che vivono Roma ogni giorno.

Parto dal quartiere Prati. Incrocio Via Leone IV, mi lascio alle spalle le mura Vaticane, guardo la collina di Monte Mario e comincio a perdermi imboccando una serie di traverse prima a destra, poi a sinistra.

Perdo l’orientamento, comincio a lasciarmi rapire da alcune architetture e spazi bizzarri, tra cui uno che a primo impatto avrei definito un bazaar disordinato.

Una bici, gioielli, quadri, stampe, ceramiche… È lo studio di un architetto. Alquanto insolito, ma mai quanto lo sia lei.

Sono fortunata, mi dice che questo piccolo spazio non è quasi mai aperto, e che all’occorrenza lo trasforma in spazio espositivo o palco per piccoli spettacoli teatrali.

Il disordine è volontario e utile a fomentare il continuo stimolo creativo a cui Rossella obbedisce senza freni.

“mi sono persa… In che via sono?” è la domanda che mi aiuta ad approcciare nel modo più semplice e informale. Dopodiché le chiedo di indicarmi un posto, nelle vicinanze del quartiere, da raggiungere e scoprire.

Ci pensa, poi mi indica la direzione per raggiungere un piccolo borgo nel cuore del quartiere Trionfale, Borgo San Lazzaro.

Lo raggiungo, e trovo una chiesetta di costruzione medioevale chiusa al centro di un borgo effettivamente molto piccolo a ridosso dei palazzoni della cittadella giudiziaria adiacente piazzale Clodio, definita spesso anche come San Lazzaro dei Lebbrosi. E’ piuttosto un agglomerato di case basse, piene di fiori e piante alle porticine e alle finestre, tutte in legno.

Cedo e mi lascio illuminare da wikipedia, e scopro che in epoca Medievale questa chiesa era determinante per i pellegrini del nord che raggiungevano San Pietro, in quanto ultima tappa della Via Francigena. 

Un gatto mi guarda dall’interno di una ringhiera, attento ad ogni mia mossa. Lascio questo borghetto pieno di fiori e piante alle porte, e ringrazio Rossella che mi ha indicato un punto di arrivo e ha incoraggiato il mio errare indirizzandomi verso la bellezza.

 
https://youtu.be/CBSa_23YBbI