Animatrici operose del centro estivo alla testa di drappelli di ragazzini, incuriositi dai versi degli animali esotici: pannelli esplicativi dei danni della plastica abbandonata in mare e di altre note di educazione ambientale. Questo è il primo impatto che si ha entrando nel Bioparco di Roma.
Luogo d’elezione per i più piccoli, ma non solo: ideale per chi, ai clacson delle auto, preferisce il barrito di un elefante indiano.
Pic nic, scampagnate, trekking ed escursioni di prossimità sono state riscoperte per questa estate balzana. Chi non si è mosso, chi ha superato la quarantena, o chi è rientrato in città, può riscoprire un luogo del passato: il Bioparco. Non più il vecchio zoo, ma un luogo naturale dove – ricreando il più possibile l’habitat degli animali ospiti – si conoscono buone specie e si vedono nuovi scenari.
In una specie di “savana”, ma a Roma, una leonessa ha dato alla luce due leoncine che – al loro risveglio, col fresco – si possono veder giocare indisturbate attraverso spessi vetri di protezione.
Poco più in là, sempre in zona “grandi felini”, la coda di un leopardo penzola da un ramo dove fa la siesta. Avanti, all’ombra, una tigre bianca sonnecchia tranquilla. E poi fenicotteri rosa, lemuri, elefanti, licaoni, giraffe nate in cattività, rettili e pinguini, che sguazzano in un mare artificiale tutto per loro, visibili da oblò sotto il livello del suolo.
Anche da grandi una passeggiata in piena sicurezza perchè all’aperto, e in centro di Roma (a Villa Borghese) fa tornare bambini anche i più anziani. Mamme e papà con figli, single, o nonni con nipotini al seguito varcano sorridendo i viali del bioparco capitolino.
Sentiamo il responsabile del settore faunistico: