Poesie urlate allo specchio

Parlare a bocca chiusa“, come dice Paola Cortellesi nel suo pluripremiato film “C’è ancora domani”, fa il paio con “Gridare senza voce” di Alice Cragnotti nel suo primo volume “Poesie urlate allo specchio“.

Erroneamente si crede che, non meritando amore, lo si debba ‘pagare’ sacrificando la propria dignità. E’ buffo come ogni ragazza, in ogni latitudine, si senta sola dopo aver provato l’amore. L’amore per chi non lo merita, l’amore proiettivo, l’amore salvifico che tale non è. 

Doloroso provare questa sensazione, e solo chi ci passa può capire. Ma lasciandola fluire come onde di un mare agitato, pian piano si placa. E poi, scoprendo che tante ragazze si riconoscono in essa, infondo non si è così sole.

Il giudizio degli altri addosso: che peso. Perchè cercarne il consenso? La depressione diventa la nostra migliore amica, ma… se fosse un alibi? Invece si può essere irrimediabilmente creative, come scrivere paragonandosi a un quadro astratto che dal niente esprime qualcosa.

Mettere un muro fra noi e gli altri è necessario: diciamo un muro… scorrevole che, quando si cerca un abbraccio, apriamo. Ma i nostri confini li dobbiamo saper difendere, dall’indifferenza e superficialità altrui.

Anche se sto per terra penso vaffanculo, ma nel cuore è un ti amo: ricordatevelo” e “ora io mi sto cercando” “papà sto qui” “mi guardo intorno e tutto il mondo corre” scrive Alice. Ma senza fretta, ognuno ha i suoi tempi, senza dover dimostrare niente a nessuno. 

Morire per non soffrire più, morire per non sentire più; ma non è come raggiungere un stadio superiore, sfidando un qualcosa di ingestibile, attirando l’attenzione di chi non ha mai visto né sentito altri che sé stesso… E’ un favore che si fa a chi non ci ama.  

La vera bellezza è la libertà naturale di essere sé stesse/i. Senza obbedire a stereotipi consumistici, senza dover pagare il diritto ad essere amate. La cultura patriarcale (quella sì dura a morire!) vuole chiudere la bocca a chi ne dimostra la sua ingiustizia etica.     

Le persone hanno il potere che noi diamo loro. La morte può essere una possibilità, ma la si può rimandare a dopo che ci si è tolta qualche soddisfazione: l’ orgoglio, la sete di vendetta, il rendere pan per focaccia è un giusto esercizio di sano amor proprio. 

Proviamo a sdoppiarci a occhi chiusi e diventare una madre che prende per mano sua figlia; in silenzio, senza commenti, né lacrime, nulla. Che piacere prendersi cura di qualcuno (noi stesse) e scoprire, improvvisamente… che ci si può trovare anche simpatiche! 

Questa raccolta di poesie è di grande aiuto per chi si crede sconfitta dalla vita, vittima e inutile. “Ribellatevi” conclude la giovane autrice che ha coraggiosamente attraversato la vasta gamma di emozioni dei ventenni senza ricorrere a scappatoie.

 Alice è un esempio per tutte vincendo la sfida con circostanze e persone che la volevano silenziare o non riconoscere per ciò che è: una giovane donna che rivendica a testa alta in suo posto nel mondo. E se il senso della vita è esprimere il proprio valore, lei ci è riuscita.

“Poesie urlate allo specchio” di Alice Cragnotti

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