Diario di viaggio # 2: Torpigna

 

di Francesca Pasqua

Questa volta ho scelto di perdermi a Tor Pignattara, uno dei quartieri di Roma Est tra i più rinomati e ricchi di contrasti culturali.

Torpigna -così lo chiamano i suoi abitanti- oltre alla presenza imponente dell’Acquedotto Alessandrino, comprende il Mausoleo di Elena, madre dell’Imperatore Costantino, che – pare – un tempo compresse nella sua struttura una serie di anfore, dette anche pignatte in gergo romanesco, da cui il toponimo Tor Pignattara.

Mi rapisce subito l’insieme di complessi edilizi costruiti negli anni per “autogestione edilizia”, un insieme eterogeneo di strutture, palazzi alti e nuclei abitativi unifamiliari fatti di case basse e colorate nelle stradine interne.

Un uomo che esce da un cesto della spazzatura con un caffè in mano è una delle prime immagini che mi accoglie, un murale che colpisce per dimensione e per forma. E’ Coffeè Break del duo Etam Cru che più tardi scopro essere il murale più alto della Capitale, 32 metri.

E poi ancora, i murales di Carlos Atoche alle pareti esterne dell’ex Arena Aurora, Hostia dedicato a Pasolini dell’artista Nicola Verlato, le numerose opere di stencil art di Jef Aerosol, C215, Agostino Iacurci, l’Atlas, Aakash Nihalani, Herakut,Tellas, Lucamaleonte e molti altri.

Insomma, a Tor Pignattara è sorto un vero e proprio museo a cielo aperto di street art, per opera di artisti di fama internazionale, una rivoluzione cui hanno contribuito la galleria Wunderkammern, il progetto M.U.Ro e le varie realtà locali come il Comitato di Quartiere Tor Pignattara e l’Ecomuseo Casilino.

Più che quartiere, Torpigna salta subito all’occhio come insieme di tante identità culturali che negli anni si sono mescolate, ascoltate, accolte e stratificate. Colori, sapori e odori che mi hanno permesso di viaggiare da una parte all’altra del mondo solo attraverso i sensi.

Grazie Torpigna!