La mente assorbente

di ADA MARGHERITA BRACCIOLI · PUBBLICATO 18 FEBBRAIO 2019

Una grande rivoluzione in campo educativo è avvenuta quando si è scoperto che il bambino è dotato di grandi energie creative. Queste energie appartengono ad una mente inconscia che diventa conscia attraverso le esperienze acquisite nell’ambiente.

La mente assorbente, definita così da Maria Montessori, è una mente inconscia e potente, fondamentale per lo sviluppo psicofisico del bambino, quando quest’ultimo non ha modo di “assorbire” e quindi di sviluppare questa predisposizione psichica interiore, il contatto con l’ambiente appare più insicuro, meno costruttivo e sicuramente meno gioioso. Il lavoro conscio necessita quindi di un lungo e misterioso lavoro inconscio.

Le impressioni dell’ambiente e tutto ciò che lo circonda viene assorbito straordinariamente dentro di sé, quasi come si incarnasse in lui; il bambino subisce una trasformazione poiché le impressioni non solo penetrano nella sua mente, ma la formano. Il fatto che la mente infantile abbia la capacità di assorbire attraverso il proprio vissuto le impressioni che egli riceve dall’ambiente non significa però che il bambino sia un essere passivo. Egli assimila non tanto ciò che viene passivamente incontrato, quanto ciò con cui si relaziona attivamente attraverso la propria attività spontanea.

È proprio questo il trucco della mente assorbente, il bambino non impara ma molto più semplicemente vive, ed è proprio tramite l’esperienza che la sua mente incarna e trattiene, in modo consapevole e gioioso.

“Il bambino crea la propria carne mentale, usando le cose che sono nel suo ambiente”[1]

La mente assorbente assimila generosamente senza fare differenza, non seleziona le informazioni e ciò che assorbe viene fissato per sempre nella sua personalità, è diretta dei periodi sensitivi, non dalla sua volontà, e dura solo da 0 a 3 anni.

Con il tempo si renderà man mano sempre più autonoma fino a diventare totalmente cosciente. Il compito dell’adulto quindi non è insegnare, ma aiutare la mente infantile nel suo lavoro di sviluppo e le energie creative del bambino.

La mente viene anche definita creatrice, per prima cosa perché crea e mette in atto una costruzione psichica, e, secondo poi perché il bambino è un essere psichicamente attivo durante l’assorbimento.

Il bambino non cessa mai di interagire con il proprio ambiente e si auto costruisce attraverso l’assorbimento di esperienze di tutti i tipi di apprendimento che la sua natura gli offre. Non le appartiene il pensiero logico, la razionalità, la memoria cosciente. E’ una mente inconscia, non razionale, assimilatrice e onnivora, in quanto essendo ancora incapace di selezionare gli elementi intorno a sé si impregna di tutto ciò che il suo ambiente le comunica.

La prima infanzia quindi è considerata da Maria Montessori una vera e propria età dell’oro, il periodo di creazione delle basi del carattere, dell’intelletto e della propria personalità.

Il bambino dunque non è qualcosa di predefinito o di pre-formato, ma si costruisce da sé.

Ciò che assorbe viene fissato per sempre nella sua personalità e lo influenzerà per tutta la vita.

L’adulto non dovrebbe mai insegnare al bambino, ma aiutare la sua mente a svilupparsi da sola per rafforzare le diverse facoltà.

“Il bambino è diretto da una potenza misteriosa, meravigliosamente grande, che a poco a poco egli incarna; diventa così uomo e si fa uomo per mezzo delle sue mani, per mezzo della sua esperienza: prima attraverso il giuoco e poi attraverso il lavoro.”[2]

[1] Montessori M., La mente del bambino, Garzanti Editore, Milano, p.25

[2] Montessori M., La mente del bambino, Garzanti Editore, Milano, p.27

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