Il senso della vite: Alta Mora, Tenuta Cusumano

Fine estate, periodo di tour enogastronomici e percorsi di gusto, in epoca di vendemmia. Chi è in cerca di esperienze sensoriali, non può non visitare la cantina portavoce della Sicilia etnea: Tenuta Alta Mora di Cusumano, SS 113 Km 307, Contrada San Carlo
90047 Partinico (PA) Italia info@cusumano.it

Apprezzata in tutto il mondo per i suoi vini di grande identità, come il Lucido Terre Siciliane 2023 e l’iconico Insolia Terre Siciliane 2023, nella Tenuta sicula si condivide la cultura agricola, il territorio unico e la filosofia dietro le sue etichette di pregio.

Con lo sguardo sul mare, fra boschi e rocce vulcaniche, ogni percorso gustativo è un’immersione consapevole nel contesto della Tenuta Alta Mora che unisce vino, cibo, natura e scoperta all’insegna dello star bene.

Le storie della terra e delle persone attorno alla famiglia Cusumano si intrecciano in una narrazione di sapori e tradizioni, coerentemente con il marchio SOStain della vitivinicoltura siciliana.

La sostenibilità qui non è un concetto astratto: grazie alla tecnologia NFC, la cantina sensibilizza sul tema della salvaguardia ambientale su specie animali e vegetali – “leggibili” sul logo della bottiglia Lost Edition dal cellulare – a rischio a causa degli incendi che hanno devastato recentemente la biodiversità siciliana.

Per chi desidera entrare in contatto profondo con l’anima dell’azienda, la Lost Edition rappresenta un ‘immersione completa nel mondo Cusumano: bottiglie di Brut 700 casualmente dimenticate nella Cantina per 72 mesi. La lunga attesa ha permesso un tempo più ampio di riposo sui lieviti, rendendole uniche.

Capace di stupire gli amanti del buon bere più esigenti, la Tenuta offre poi momenti di quiete e contemplazione, dove fermarsi ad ascoltare del passato e futuro e della sua filosofia, prima di degustare i suoi vini simbolo accompagnati da un tagliere di prelibatezze locali.

Conoscere il responsabile dei vigneti e grande esperto Lorenzo La Porta è un’esperienza di per sé: parla di “esoterismo” per spiegare ai visitatori la vegetazione nonostante la siccità. Spiega così la sinfonìa di note sapienti e profumi gentili, figli di una terra forte e viva.

Tipici i terrazzamenti stretti dove seguire “la strada di bellezza” del posto, rispettandolo. Nella Tenuta sono presenti anche vigne di 160 anni pre-filossera: è qui che – dai greci in poi – si sono succedute generazioni di viticultori.

All’orizzonte, non lontano, l’Etna fuma, sbuffa, cambia; e poi le sue ginestre, le sue betulle, i suoi muretti a secco, la sua lava, i suoi vigneti che “parlano” di minerali, del fuoco terrestre e del mare mitologico da cui sale la brezza notturna.    

La famiglia Cusumano ha ristrutturato un antico palmento (edificio con vasca usata dall’età ellenistica in poi per pigiatura e fermentazione dei mosti) arricchendolo di opere d’arte e ricavando una cucina, un salotto e sei camere per gli ospiti che vogliono svegliarsi affacciandosi sui vigneti come in un quadro.

I fratelli Alberto e Diego, il padre Francesco e l’enologo Mario Ronco producono e commercializzano la pima bottiglia nel 2001. Nettari di vitigni in quota eleganti e potenti, fino ad Alta Mora nata nel 2013, di cui il Maestro Vittorio Storaro ha raccontato la luce e l’ombra.   

Terra fertile, ruggente e passionale, la zona etnea. “Grazie Madre Natura e grazie Madre Etna” dice col suo vino la famiglia Cusumano,  attenta a valori come sensibilità storica, gentilezza e cooperazione. E, a proposito di sostenibilità: https://youtu.be/pD7hZQ4pi2w